Le Arti liberali furono trasmesse al Medioevo nel numero canonico di sette – grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, musica, geometria, astronomia –, e divennero la base dell’istruzione.
Vettore principale di questa trasmissione fu un autore pagano più o meno contemporaneo di Agostino, il cartaginese Marziano Capella, cui si deve una sorta di enciclopedia delle Arti, destinata a godere di una immensa fortuna e ad assumere un’importanza notevolissima per tutta la cultura medievale: il suo De nuptiis Mercurii et Philologiae (Le nozze di Mercurio e Filologia) è infatti un racconto allegorico centrato proprio sulle Arti liberali. Queste ultime – le ancelle donate da Mercurio a Filologia al momento delle nozze – sono appunto in numero di sette, e vi risultano escluse la medicina e l’architettura: ciò segnò di fatto il decadere di queste discipline dal novero delle Arti liberali che, per secoli, avrebbero costituito lo schema in cui inquadrare la cultura, e che sono in diversi modi presenti in tutta la tradizione enciclopedica medievale.
In un arco temporale che va dal VI secolo agli inizi del XIV, i più significativi rappresentanti dell’enciclopedismo sono Boezio (con i suoi scritti scientifici), Cassiodoro (con le Institutiones), Isidoro (con le Etymologiae), Beda il Venerabile (col De natura rerum), Rabano Mauro (col De universo o De rerum naturis), Ugo di San Vittore (col Didascalicon), Alessandro Neckam (col De naturis rerum), Vincenzo di Béauvais (con lo Speculum mundi), Bartolomeo Anglico (col De proprietatibus rerum), Tommaso di Cantimprè (col De natura rerum), Ruggero Bacone (con i suoi Opus maius, Opus minus e Opus tertium, anticipatori dell’Opus o Scriptum principale, grande enciclopedia delle scienze mai portata a termine), Giovanni da S. Gimignano (col Liber de exemplis et similitudinibus rerum), Brunetto Latini (con Li livres du Tresor in lingua d’oil).
Boezio, Cassiodoro, Isidoro e Beda si collocano nel primo periodo della letteratura medievale, quello che copre il secoli dal VI alla prima metà dell’VIII; Rabano Mauro appartiene al secondo periodo, ovvero a quello della rinascita carolingia; sono del XII secolo (quarto periodo) Ugo di San Vittore e Alessandro Neckam; nel quinto periodo, vivono in pieno secolo XIII Vincenzo di Béauvais, Bartolomeo Anglico, Tommaso di Cantimprè, Ruggero Bacone, Brunetto Latini e Giovanni da S. Gimignano.